fare ripetere qualsiasi parola o breve frase che si usa o si sente usare nel corso della lezione, in strada e nel quotidiano, non importa la comprensione del significato o dei singoli vocaboli.

fare ripetere a tutte/i o quasi, cercando fra loro la ripetizione della dizione corretta, quindi ritornare a quelle a cui non è riuscita.

non accogliere o stimolare dizioni collettive, ma interpellare nominativamente, anche semplicemente indicando. Escludere il ricorso ad altre lingue per facilitare la comprensione di vocaboli o frasi.

usare frasi o vocaboli di immediata intuizione o esemplificazione operativa – teatrale – pittorica. Le spiegazioni con uso di ulteriori vocaboli non compresi, peggiorerebbero la situazione con perdita di tempo e finale frustrazione.

dopo la prima dizione della maestra, qualora non esca dagli studenti/esse una ripetizione chiara e corretta, la maestra/o stessa ripete la dizione poi ritorna alle studentesse/i.

la dizione della maestra deve essere chiara lenta e scandita, ma naturale e non infantilizzata.

per molte lezioni l’apprendimento è centrato esclusivamente e direttamente sui verbi, sempre proposti all’interno della frase e della conversazione. Essi sono il cardine per un rapido utilizzo della lingua, seppur difettoso ovviamente. Questo può dare fiducia e stimolare alla conversazione nelle immediate necessità quotidiane. (lavoro casa spesa relazioni ecc )

dopo i verbi e durante la sempre loro utile riproposta e arricchimento, praticare le forme interrogative, introducendo quelle frasi tipiche e di uso quotidiano come: da dove vieni? Come ti chiami? Che ore sono? Quanto costa ? quando sei arrivata/o? quando sei partita/o dal tuo paese? Ecc

ridurre al minimo quasi all’esclusione le spiegazioni direttamente grammaticali e concettuali. Avverrà ad altri livelli al seguito di necessità più relazionali e di studio.

una volta praticata e compresa una forma interrogativa (chiamarla domanda e risposta ), estenderne l’uso fra studenti/esse.

dare risalto alla frase “un momento per favore, io non ho capito la parola..”,in modo che abbia subito luogo la ripresa del discorso. Si procede come a spirale, con continui ritorni, arricchimenti e aggiustamenti dei significati e delle regole.

tenere un ritmo sostenuto nelle domande – risposte senza attardarsi al singolo/a studente/essa pur ritornando sempre e comunque al ei/lui.

procedere interpellando le studentesse/i senza un ordine prestabilito, ma con cordiale improvvisazione in modo da motivare l’attenzione di tutte/i in ogni momento.

sarebbe di grande significato didattico e politico partecipare o creare avvenimenti anche occasionali nel quartiere e nelle case (cene balli concerti film visite nella città viaggi con garanzia di presenza del gruppo intero e soprattutto con la partecipazione di altre/i italiane/i a prefigurare socializzazione e scambi relazionali futuri. Queste iniziative non sono di facile attuazione al primo livello, forse sarebbe opportuno unificare i diversi livelli.

è fondamentale dare grande risalto alla differenza sessuale e di genere in ogni momento, ricordando sempre il femminile nei vocaboli pronomi coniugazioni temi.

utilizzare titoli e notizie brevi dei quotidiani opportunamente semplificate, in modo da immettere nel contesto attuale politico – sociale – lavorativo – residenziale.

cercare occasioni per parlare dei paesi di lingua madre, anche facendo tradurre a voce frasi italiane.

un indice sicuro di buon ed efficace insegnamento sarà il sentire parlare tutte/i con un limitatissimo impatto – voce del maestro/a.

come realizzare una situazione relazionale affettiva e solidale fra tutte e tutti che è la vera matrice facilitante di ogni apprendimento e assiduità di frequenza? Qui ognuna/o inventa e soprattutto investe originalità e cuore

Ultimo aggiornamento (Sabato 28 Aprile 2012 10:50)